II. Aspetti devozionali ed iconografia.


Nei primi secoli del Cristianesimo i Santi venerati dalla Chiesa furono i martiri; infatti i primi elenchi di santi erano detti martirologi.
La santità del martire, manifestata pubblicamente dal martirio subito, fu riconosciuta e proclamata dalle Chiese locali senza alcun processo di canonizzazione.
Nei primi secoli lo si ricordava presso il suo sepolcro, inizialmente si pregava il Signore per lui, poi si cominciò a pregare suo tramite, a considerarlo intercessore presso Dio.
Con la fine delle persecuzioni si ebbe un'estensione del concetto di santità, si iniziarono a venerare tutti coloro che si erano consacrati al Signore.
Con il diffondersi del Cristianesimo nell'Europa centrale, compresa l'Italia settentrionale dove le religioni pagane erano ancora radicate soprattutto nelle campagne, sorse il culto delle reliquie che offriva a quei popoli manifestazioni più concrete e visibili del divino distogliendoli dall'adorazione degli idoli.
Nei Santuari che nascevano presso le reliquie si moltiplicavano prodigi e miracoli, i quali erano considerati un segno che il Signore operava attraverso i Santi.
Tutto questo provocò un proliferare incontrollato della devozione ai santi che verso l'VIII secolo spinse i vescovi ad intervenire con una prima limitazione, vietando di venerare nuove reliquie prima che l'ordinario avesse dato il suo assenso.
Solo nel XIII secolo i processi di canonizzazione diventeranno più meticolosi e la decisione dell'elevazione del Santo all'onore degli altari sarà affidata al pontefice.
Dopo la Riforma protestante che rifiutava la mediazione dei Santi come quella dei sacerdoti, la Chiesa da un lato riaffermò la validità del loro culto e delle reliquie, dall'altro cercò di porre ordine in tutta la materia.
Con una serie di decreti emanati da Urbano VIII (1623-1644) la Chiesa Cattolica assunse il controllo totale sul culto dei Santi e beati, definendone le procedure canoniche di beatificazione e canonizzazione.
Nel 1983, Papa Giovanni Paolo II ha emanato una costituzione che ha apportato al processo di beatificazione e di canonizzazione le norme attuali[1].
Le pareti di fondo dei piloni sono, nella maggior parte dei casi, riservate alla Madonna oppure al Crocefisso.
Dei 26 piloni votivi analizzati solamente nel pilone di Chioppano "Piloun Quioupàn" la parete di fondo è occupata dalla raffigurazione di due Santi (non del tutto identificabili), probabilmente San Grato a destra e un Santo della legione tebea a sinistra (probabilmente San Chiaffredo).
La Vergine Maria viene venerata con i titoli propri legati a luoghi, avvenimenti o momenti della sua vita.
Nel corso della ricerca sono state identificate sei forme devozionali [2].
La più diffusa è quella della Madonna con Bambino. La raffigurazione consiste in una Madonna in gloria con il Bambino tra le braccia, circondata da cherubini; solamente nei piloni di meire di Doòu e di meire Spanhol la Madonna con Bambino è assisa; nel pilone votivo di queste ultime la Madre di Gesù è raffigurata come "Maria Regina", in quanto sia Lei che il Bambino sono coronati.
La raffigurazione della Pietà ricorre due volte, una nel pilone di borgata Barra "dla pauzo dal Quiot", dove Cristo deposto dalla croce è accolto dalle braccia di Maria, l'altra nel pilone di meire Couloumbiero, dove il Cristo deposto è accolto dalla Maddalena, mentre la Madonna è posta dietro il figlio e raffigurata come Madonna Addolorata, trafitta da una spada [3].
Altre raffigurazioni della Madonna sono: la Madonna Immacolata [4] ("Piloun Ro di Baro", "Piloun meire Jacoumbert", "Piloun Se' d'Raie"), la Madonna del Rosario, in cui Maria e Gesù Bambino sono raffigurati nell'atto di porgere ai Santi lo scapolare o la corona del rosario ("Piloun dal Quiot", "Piloun meiro di Duéo","Piloun Casa Brada"), Maria Ausiliatrice ("Piloun San Guiaude"), Maria Regina ("Piloun dal Verné [5]" , "Piloun meire Spanhol").
Interessante è la raffigurazione della Madonna nel pilone votivo della borgata Roccia, "Piloun San Bernard 'l Viei": Maria e il Bambino in gloria, tra i Santi Giuliano e Vincenzo Ferrer, sono circondati da quattro cherubini e ai loro piedi si intravedono gli edifici di una città con torri e bastioni.
La Madonna e il Bambino sono raffigurati incoronati, indossano un mantello azzurro trapuntato di stelle da cui fuoriesce la veste rossa.
Il mantello, la corona, l'incarnato della Madonna e del Bambino (nero) e soprattutto la scritta presente sul frontone "[ni]gr[a] svm sed formosa [6]" sono molto particolari e rimandano ai Santuari della Madonna di Loreto e di Oropa e al più vicino Santuario della Natività di Becetto [7].
La rappresentazione della Sacra Famiglia[8] è presente nel "Piloun Champ Garnìe" sopra Foresto e nel "Piloun San Giacomo o Pian Ciariere" a Calchesio. Inoltre bisogna ricordare che alcuni piloni sono diroccati ed altri presentano figure non identificabili perché completamente deteriorate dalle intemperie e da atti vandalici.

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