Il Comune di Sampeyre si estende su un territorio molto vasto (99,89 kmq)
che comprende numerose frazioni e borgate situate sia all'aprico che all'opaco della valle.
La popolazione, molto numerosa in passato, verso i primi secoli del XIX secolo si concentrò
nella parte bassa del territorio, lasciando disabitate o semi abitate le borgate più alte e
portando le frazioni più in basso a congiungersi, così è stato per Sampeyre, che è il risultato
storico della fusione di diversi piccoli insediamenti (Piasso - il nucleo più antico del capoluogo,
l'odierna via Roma - Ro di Gaiart - Via Vittorio Emanuele - Ro di Baro - Borgata Barra e
in seguito le borgate Palazzo e Dughetti).
La zona oggetto della mia indagine è situata alla sinistra orografica del torrente Varaita e
riguarda le diverse borgate e frazioni poste sul versante soleggiato (a nord) che da borgata
Barra, nel capoluogo, arrivano sino ai confini con Villar; da un'altitudine di 976 m. ad un'altitudine
di 1650 m.. Molte di queste borgate, non interessate dall'alpeggio o dal turismo estivo, sono disabitate,
le case in alcuni casi diroccate e i piloni qui presenti, salvo rare eccezioni come il pilone di meire
[1]
Couloumbiero, abbandonati e in pessimo stato di conservazione.
Nell'area presa in esame, i piloni votivi risultano essere situati principalmente lungo i sentieri
e le mulattiere che collegano le borgate tra loro e con Sampeyre.
Alcuni sono posizionati lungo
i bordi delle strade ("Piloun dla pauzo[2] dal Quiot
[3]" a borgata Barra o il "Piloun" tra Misoun
e Chioppano), altri agli angoli dei terreni, a protezione dei confini, come il "Piloun San Giacomo
o Pian Ciariere" a Calchesio.
Altra tipica collocazione, riscontrabile anche in altre realtà territoriali, è ai bivi dei sentieri o
in prossimità degli incroci: a differenza d'altre zone, dove il numero di nicchie è per lo più pari al
numero di strade confluenti
[4], in quest'area, come nella zona del Basso
Monferrato studiata da Franco Zampicinini
[5],
quasi tutti i piloni presentano una sola nicchia, rivolta verso la strada, più precisamente il sentiero
principale ("Piloun Dezvioùiro", situato su un grande masso all'incrocio del sentiero principale, che da
Foresto sale a Colletto, con un sentiero laterale, che svoltando a destra conduce alle meire Ciamp grand ).
Fra le eccezioni si ricordano il "Piloun Meiro di Bianc" situato all'incrocio del sentiero, che da Foresto
conduce alle borgate Dovi e Verné, con la strada forestale che da Foresto sale alla chiesetta della Madonna
della Neve e il "Piloun Champanez" situato poco sotto, nella borgata di Ciampanesio.
Entrambi i piloni votivi
sono a forma chiusa, a pianta quasi quadrata con nicchie affrescate su tre lati e una croce dipinta sul
lato posteriore.
La facciata principale, rivolta verso la strada forestale, reca la raffigurazione,
in tutti e due i piloni, della Madonna con Bambino.
Pur essendo prevalentemente posti in aree isolate, ai lati dei sentieri, non mancano esempi di piloni
localizzati all'interno di centri abitati: è il caso del pilone di Chiotti, di quelli di meire Couloumbiero,
Spanhol, Giacombert e ancora quelli di meire Duea, Dovi, Ciangarnie, Desvioira, Ciampanesio, Foresto.
Si tratta comunque, nella maggior parte dei casi di borgate disabitate o in alcuni casi frequentate solo
nella bella stagione.
I piloni votivi, a volte, sono posti all'ingresso degli abitati, con funzione di protezione degli stessi:
come i due piloni di borgata Barra ubicati alle estremità opposte della borgata.
Il primo, distrutto quando
venne costruita la casa al n°civico 142 di Via Vittorio Emanuele II, è stato sostituito da una nicchia
affrescata inglobata nel muro ovest della stessa, il secondo, posto a monte della borgata, si è trasformato
in una vera e propria cappelletta.
Entrambi sono dedicati alla Madonna.
Alcuni piloni votivi sono posizionati accanto a delle chiesette: è il caso del pilone
a Serre di Raie posto vicino la cappella della Madonna delle Grazie
[6]
o il pilone di
borgata Martini ubicato vicino la cappella di San Claudio
[7].
Il percorso, anche se riguarda una unità geografica ben definita (il comune di Sampeyre),
non corrisponde ad un unico aggregato sociale ed economico; infatti è possibile eseguire una
suddivisione in settori, nei quali i rispettivi abitanti facevano socialmente riferimento a piccoli
poli di aggregazione collettiva interni al settore stesso.
Questi poli erano le chiese principali,
dove veniva amministrato il culto con regolarità e che diventavano luogo di ritrovo e socializzazione e,
il più delle volte, dove vi erano le chiese venivano istituite le sedi scolastiche, vi erano osterie e negozi.
È il caso delle numerose borgate e baite della zona Foresto - Madonna della Neve, che socialmente
ed economicamente facevano riferimento alla frazione di Villar
[8].